Nuovo progetto, nuovi temi.
Quindi nuove ricerche.
Chiedendo a Google informazioni su “bambini e vecchie tecnologie” quasi tutti i risultati mi hanno portato a “bambini e coding“.
Cercando “il vecchio” sono caduto in quella che è l’ultima frontiera dell’alfabetizzazione: il coding.
Perché nel XXI secolo, dalla più tenera età, oltre a imparare la madre lingua, ovviamente l’inglese e magari il cinese, l’ennesimo must è imparare il linguaggio delle macchine e insegnare la programmazione ai bambini.

A primeggiare nella corsa al fornire gli strumenti per questa pedagogia è la Primo Toys, un’azienda con la testa italiana che ha prodotto Cubetto, un piccolo robot approvato dal Metodo Montessori che può essere programmato attraverso un linguaggio che si può toccare.
Le stringhe di codice sono rappresentate da piccoli oggetti colorati da posizionare lungo un percorso, su una tavoletta di legno che nasconde un cervello di silicio: cambiando la sequenza degli operatori, cambiano le azioni che compie il robot.

L’ultimo progetto su cui la Primo Toys ha collaborato è Pigzbe un portafogli intelligente che si ripromette di “Get financial superpowers” ai bambini dai 6 anni in su.