Melting Memories è una installazione di proiezione immersiva di Refik Anadol.
Poter analizzare un evento e da quella analisi creare dell’altro è una delle chiavi della nostra contemporaneità e del nostro futuro.
Rappresentare in maniera visuale eventi interni o esterni all’uomo è un ambito di ricerca abbastanza frequentato negli ultimi anni, etichettato come parametric o di generative design.

Su carta e in maniera molto sintetica la prassi è semplice: ci sta un flusso di dati in input e un flusso di dati in output.
I dati in input possono essere i più disparati: il soffio del vento, il movimento di pesci, il battito di un cuore, le ombre di un albero.
I dati in output normalmente sono trasformati in suoni o in pixel.
La genialità sta nel creare l’algoritmo che si inserisce tra questi due flussi e che trasforma un evento x in un suono y, e, come sempre, anche nello scrivere il concept giusto.

Anadol in questo lavoro ha unito un bel pò di cose.
Un EEC traccia i pensieri dell’osservatore, che diventano un sistema particellare 3d che proiettato in mapping (projection mapping) su una superficie. Il tutto mentre suona una musica particolarmente epica.

Non se se pensando due volte alla stessa cosa sarebbero riprodotto sempre lo stesso pattern.
Ma in verità non so neanche se sia possibile elaborare due volte lo stesso pensiero.