Lo zootropio: all’origine dell’animazione

I giochi dei nostri nonni danno la possibilità di toccare con mano quanto tutta la tecnologia attuale, fatta di bit e pixel, altro non è se non l’evoluzione di oggetti prodotti da una cultura per materici e artigianale.
Lo zootropio è un dispositivo ottico pre-cinematografico che ci fà capire come l’animazione, sia l’interazione tra una serie di immagini, la loro velocità e una fessura, un punto di vista.
Tutto questo al di là degli schermi, delle timeline e dei proiettori, riducendola al grado più primitivo e al punto stesso avanguardistico.

Un pò di link utili:

  • Per chi ne volesse costruire uno in un piovoso pomeriggio di pioggia, qui ci sono le istruzioni.
  • Se proprio non puoi evitare di utilizzare codici e controller invece clicca qui.
  • Alessandro Panzetti è un architetto italiano che, tra le molte sperimentazioni con le geometrie, realizza anche degli incredibili zootropi.
  • Ci sta anche una TED Talk che ne parla

Audio immersivo o 3D

Il fine di ogni rappresentazione della realtà è la sinistesia, e per raggiungerla è necessario avere un allineamento “coerente” tra tutti i sensi.
L’olfatto ancora sta fuori dai giochi.
Il tatto al momento non ci interessa.
La vista e l’udito sono invece al centro dell’approfondimento di oggi.
Se ho un video 360′ (in questo post ho scritto un rapido compendio sulla loro produzione) va da se che anche il suono debba essere ugualmente avvolgente: deve essere un audio immersivo o 3d.

Un pò di link.

Questo video dà una concisa descrizione di cosa vuol dire “audio immersivo”

Qui si parla del Dolby Atmos: lo standard tecnologico più utilizzato per creare ambienti sonori avvolgenti.

In questo articolo scritto da Mathias Johansson viene riassunta un pò tutta la storia, e il futuro dell’audio 3D.


Rappresentare il pensiero

Melting Memories è una installazione di proiezione immersiva di Refik Anadol.
Poter analizzare un evento e da quella analisi creare dell’altro è una delle chiavi della nostra contemporaneità e del nostro futuro.
Rappresentare in maniera visuale eventi interni o esterni all’uomo è un ambito di ricerca abbastanza frequentato negli ultimi anni, etichettato come parametric o di generative design.

Su carta e in maniera molto sintetica la prassi è semplice: ci sta un flusso di dati in input e un flusso di dati in output.
I dati in input possono essere i più disparati: il soffio del vento, il movimento di pesci, il battito di un cuore, le ombre di un albero.
I dati in output normalmente sono trasformati in suoni o in pixel.
La genialità sta nel creare l’algoritmo che si inserisce tra questi due flussi e che trasforma un evento x in un suono y, e, come sempre, anche nello scrivere il concept giusto.

Anadol in questo lavoro ha unito un bel pò di cose.
Un EEC traccia i pensieri dell’osservatore, che diventano un sistema particellare 3d che proiettato in mapping (projection mapping) su una superficie. Il tutto mentre suona una musica particolarmente epica.

Non se se pensando due volte alla stessa cosa sarebbero riprodotto sempre lo stesso pattern.
Ma in verità non so neanche se sia possibile elaborare due volte lo stesso pensiero.


Video 360: video immersivi e come produrli

Una delle ultime tendenze sia della comunicazione che della tecnologia sono i video 360: video immersivi, VR, che rendono possibile un elevato coinvolgimento dell’utente, che si trova in prima persona, al centro dell’azione.

I cambiamenti nella modalità di produzione dei video immersivi sono radicali sia dal punto di vista della regia che della produzione del girato.

La Regia di un video 360 – Lo spettatore diventa regista
In un video immersivo l’utente sceglie cosa guardare, cosa impossibile nel cinema “tradizionale” dova la prima preoccupazione nel regista è cosa e come far vedere allo spettatore.
Non è più importante ragionare in termini di movimenti macchina e inquadrature poiché l’utente può decidere, girando la testa, cosa guardare.
Diventa cruciale non cosa riprendere ma dove mettere la camera e predisporre una serie di artifici narrativi per guidare lo sguardo dello spettatore.

La Regia di un video 360 – Nuovi strumenti
Ovviamente serve una attrezzatura capace di girare video 360.
Nikon ha prodotto una interessante action camera 360, la KeyMission 360, con un ottimo prezzo e dalle discrete caratteristiche tecniche, che però non soddisfano le necessità, specialmente in termini di risoluzione e fps, che ha un video 360 di livello professionale.
Stesso discorso per la GoPro Fusion.

Per produrre video di buona qualità bisogna partire da un array di GoPro Heroes.
Si parte da un minimo di sei camere messe a sistema: ognuna riprende uno “spicchio” di scena, che deve essere poi ricomposta attraverso un software standalone di stitching, oppure utilizzando plugin per Adobe After Effects.
Il montaggio, anche qui da reinterpretare nei modi rispetto al “montaggio tradizionale”, e la postproduzione possono essere realizzati sempre con Adobe After Effects, che dalla sua ultima release contiene un modulo specifico per i video 360/VR.
Qualora invece la sceneggiattura richiedesse ulteriori tipi di interazione, Unity è lo strumento giusto.

Come fruire dei video 360/VR?
Caricandoli su Youtube (o su altri canali più o meno social)…

…oppure utilizzando un occhiale VR, di cui ho già parlato in questo articolo.


AV Dome: proiettare all’interno di una sfera gonfiabile

Le strutture geodesiche e gonfiabili sono tra i temi tecnologici più trattati da tutti quei filoni di ricerca architettonica che dagli anni ’50 in poi si sono occupati di delineare scenari futuribili per la costruzione dell’habitat umano, unendo forme organiche, modalità nomandiche e temporanee di vita e innovazione tecnologica.
E quale superficie di proiezione sarebbe migliore dell’interno di una sfera, unendo il sogno di Ledoux con la profondità di Turrell?
Proiettare all’interno, e all’esteno, di una sfera gonfiabile di grandi dimensioni, su una AV Dome, anche per eventi temporanei, è possibile.

Leader europeo per la produzione di strutture gonfiabili a alta pressione è l’inglese Lindstrand, che può realizzare strutture autoportanti dal diametro di 22 metri.

Unendo a questo un set di proiettori al alta luminosita, un programma di gestione della proiezione come Watchout e, ovviamente, dei buoni contenuti video, è possibile creare una proiezione totalmente immersiva e di forte impatto.

In questo video vediamo un esempio di setting per una proiezione su AV Dome, dove viene utilizzato ProjectionTools:
uno strumento di gestione dei proiettori molto versatile, di cui parlerò in un prossimo post.

Ho già parlato di video immersivi, di altro tipo, in questo articolo: qui la sfera è fisica, lì è fatta di bit.


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