Le Pavillon Immersif: spazio per le tecnologie immersive

A Parigi è nato uno spazio completamente dedicato alle tecnologie immersive: Le Pavillon Immersif.

I due co-fondatori Bertrand Wolff e Emilie Gobin hanno avuto l’intuizione e il coraggio di provare un modello di business molto innovativo: creare un luogo, un hub, un laboratorio pensato PER le tecnologie immersive, dove professionisti e imprese le possano testare, capire, imparare, creare.

Un ottimo modo per porsi come player di riferimento all’interno di un mercato, quello delle XR technologies, che si sta velocemente espandendo.

Qui puoi trovare tutti gli articoli che parlano di business model.


Audio immersivo o 3D

Il fine di ogni rappresentazione della realtà è la sinistesia, e per raggiungerla è necessario avere un allineamento “coerente” tra tutti i sensi.
L’olfatto ancora sta fuori dai giochi.
Il tatto al momento non ci interessa.
La vista e l’udito sono invece al centro dell’approfondimento di oggi.
Se ho un video 360′ (in questo post ho scritto un rapido compendio sulla loro produzione) va da se che anche il suono debba essere ugualmente avvolgente: deve essere un audio immersivo o 3d.

Un pò di link.

Questo video dà una concisa descrizione di cosa vuol dire “audio immersivo”

Qui si parla del Dolby Atmos: lo standard tecnologico più utilizzato per creare ambienti sonori avvolgenti.

In questo articolo scritto da Mathias Johansson viene riassunta un pò tutta la storia, e il futuro dell’audio 3D.


Video 360: video immersivi e come produrli

Una delle ultime tendenze sia della comunicazione che della tecnologia sono i video 360: video immersivi, VR, che rendono possibile un elevato coinvolgimento dell’utente, che si trova in prima persona, al centro dell’azione.

I cambiamenti nella modalità di produzione dei video immersivi sono radicali sia dal punto di vista della regia che della produzione del girato.

La Regia di un video 360 – Lo spettatore diventa regista
In un video immersivo l’utente sceglie cosa guardare, cosa impossibile nel cinema “tradizionale” dova la prima preoccupazione nel regista è cosa e come far vedere allo spettatore.
Non è più importante ragionare in termini di movimenti macchina e inquadrature poiché l’utente può decidere, girando la testa, cosa guardare.
Diventa cruciale non cosa riprendere ma dove mettere la camera e predisporre una serie di artifici narrativi per guidare lo sguardo dello spettatore.

La Regia di un video 360 – Nuovi strumenti
Ovviamente serve una attrezzatura capace di girare video 360.
Nikon ha prodotto una interessante action camera 360, la KeyMission 360, con un ottimo prezzo e dalle discrete caratteristiche tecniche, che però non soddisfano le necessità, specialmente in termini di risoluzione e fps, che ha un video 360 di livello professionale.
Stesso discorso per la GoPro Fusion.

Per produrre video di buona qualità bisogna partire da un array di GoPro Heroes.
Si parte da un minimo di sei camere messe a sistema: ognuna riprende uno “spicchio” di scena, che deve essere poi ricomposta attraverso un software standalone di stitching, oppure utilizzando plugin per Adobe After Effects.
Il montaggio, anche qui da reinterpretare nei modi rispetto al “montaggio tradizionale”, e la postproduzione possono essere realizzati sempre con Adobe After Effects, che dalla sua ultima release contiene un modulo specifico per i video 360/VR.
Qualora invece la sceneggiattura richiedesse ulteriori tipi di interazione, Unity è lo strumento giusto.

Come fruire dei video 360/VR?
Caricandoli su Youtube (o su altri canali più o meno social)…

…oppure utilizzando un occhiale VR, di cui ho già parlato in questo articolo.


La realtà aumentata nel taschino

Oscar Falmer ha sviluppato un interessate progetto che aggiunge la realtà aumentata al “tradizionale” biglietto da visita.
In questo video lo vediamo in azione.

Di sicuro Falmer ha utilizzato questo progetto più come strumento per il suo marketing personale, che come reale prodotto da commercializzare, visto che ad oggi le applicazioni reader di realtà aumentata non sono ancora installate su tutti i cellulari.
Forse ad oggi, se non si vogliono perdere importanti contatti, è ancora meglio utilizzare il tradizionale biglietto dove è l’inchiostro che parla, ma non c’è dubbio che da qui a poco le cose potrebbero cambiare, visto l’impennata del mercato della AR.
Per gli appassionati di numeri, qui ci sono un po’ di statistiche sulla crescita dei mercati che ruotano intorno alla realtà aumentata.

Se proprio si vuole aggiungere un tocco di tecnologia sul biglietto da visita, ci si può inserire un qr code, visto che ormai ogni applicazione di cattura fotografica, la fotocamera del cellulare, li riconosce e li legge in automatico.

Basta creare un qr code che contenga in dati personali in formato v-card, comporlo nella grafica del biglietto, puntarci la camera del cellulare, salvare, e il gioco è fatto: il nuovo, importantissimo contatto è nella rubrica.
Provare per credere!

 

 


Strumenti per la realtà aumentata

Ad oggi il VR headset “HTC Vive PRO” , occhiali per la realtà aumentata, sono senza dubbio la migliore scelta, sia per un uso personale che per installazioni pubbliche.

Il costo per questo tipo di device è sceso sensibilmente negli ultimi anni: con meno di 1.000 euro si accede a possibilità fino a un anno fa impensate per questo budget.

La spese hardware per realizzare una installazione immersiva sono ormai abbastanza piccole: anche i sistemi di proiezione e di sensoristica non hanno più costi astronomici.

Ad oggi la differenza la fanno i contenuti, lo stile, l’efficacia, la ricerca.
E, al momento, solo umani potranno provvedere a questo mix magico.
Possiamo investire di più sul progetto, sulla creatività, sui rapporti.

MENO HARDWARE + UOMO!!!!
Potrebbe essere il migliore dei futuri possibili.


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