Intelligenza artificiale nei musei: l’audioguida di domani

Nel 1967 lo Stedelijk Museum di Amsterdam iniziò la sperimentaizone della audioguida come la conosciamo oggi: un device che caricato di materiali audio, che ci racconta una storia, un sostituto dalle guida fisica ma a cui non si possono fare domande.
Nel 2017 la Pinacoteca di San Paolo,Brasile, insieme ad IBM inaugura l’audioguida di domani, anzi, di oggi: l’intelligenza artificiale entra nei musei con il progetto The Voice Of Art.

Utilizzando Watson, la piattaforma per AI di IBM di cui ho già parlato in questo articolo hanno aumentato l’esperienza dei visitatori, dando la possibilità di interagire con 7 dei capolavori raccolti.
Il visitatore, attaverso un device fornito dal museo, può parlare con le figure rappresentate nelle opere, chiedendo loro qualsiasi cosa dalla più pertinente alla più fantasiosa, ricevendo in tempo reale risposte create da un chatbot cognitivo “formato” dai curatori del museo stesso.

L’utilizzo di tecnologie di AI è una risorsa cruciale per rendere più attraenti i beni culturali, per farli parlare con le nuove generazioni.

Fonte: https://www.museumnext.com/2017/04/artificial-intelligence-audio-guide/


Paola Maugeri è anche una Resident Expert: Ikea dixit

Ikea anche quest’anno ha messu su un team di Resident Experts per confezionare il Life at home report, e Paola Maugeri ne fa parte, nella veste di Home environment blogger.

Perchè sia stata scelta proprio lei?
Forse perchè lei da Ikea ci festeggia i compleanni.

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/foto/paola-maugeri-una-festa-da-vera-rockstar-per-i-suoi-50-anni_3086769-2018.shtml

Cogliamo l’occasione per ricordare Video Music, la cresta di Claudio Cingoli e dei Bluvertigo prima maniera con un ciclistico Morgan.


Life at home report 2018: Ikea dixit

Chi meglio del più grande arredatore del mondo, Mr. Ikea, potrebbe raccontarci come viviamo gli ambienti in cui passiamo le nostre giornate?
Nessuno!

Anche ques’anno IKEA ha diffuso il  LIFE AT HOME REPORT: la quinta edizione è stata prodotta coinvolgendo 22.000 clienti sparsi in 22 nazioni.
Non così tante, consideranto che 800.ooo.ooo di umani ogni anno visitano i negozi IKEA.

Quindi da oggi inizierà una nuova rubrica: Ikea dixit.
Perchè capire cosa pensiamo delle nostre case può aiutarci a capire dove stiamo andando.

Se poi vuoi partecipare anche tu al sondaggio, rispondi a queste 5 domande su
https://lifeathome.ikea.com/


Video 360: video immersivi e come produrli

Una delle ultime tendenze sia della comunicazione che della tecnologia sono i video 360: video immersivi, VR, che rendono possibile un elevato coinvolgimento dell’utente, che si trova in prima persona, al centro dell’azione.

I cambiamenti nella modalità di produzione dei video immersivi sono radicali sia dal punto di vista della regia che della produzione del girato.

La Regia di un video 360 – Lo spettatore diventa regista
In un video immersivo l’utente sceglie cosa guardare, cosa impossibile nel cinema “tradizionale” dova la prima preoccupazione nel regista è cosa e come far vedere allo spettatore.
Non è più importante ragionare in termini di movimenti macchina e inquadrature poiché l’utente può decidere, girando la testa, cosa guardare.
Diventa cruciale non cosa riprendere ma dove mettere la camera e predisporre una serie di artifici narrativi per guidare lo sguardo dello spettatore.

La Regia di un video 360 – Nuovi strumenti
Ovviamente serve una attrezzatura capace di girare video 360.
Nikon ha prodotto una interessante action camera 360, la KeyMission 360, con un ottimo prezzo e dalle discrete caratteristiche tecniche, che però non soddisfano le necessità, specialmente in termini di risoluzione e fps, che ha un video 360 di livello professionale.
Stesso discorso per la GoPro Fusion.

Per produrre video di buona qualità bisogna partire da un array di GoPro Heroes.
Si parte da un minimo di sei camere messe a sistema: ognuna riprende uno “spicchio” di scena, che deve essere poi ricomposta attraverso un software standalone di stitching, oppure utilizzando plugin per Adobe After Effects.
Il montaggio, anche qui da reinterpretare nei modi rispetto al “montaggio tradizionale”, e la postproduzione possono essere realizzati sempre con Adobe After Effects, che dalla sua ultima release contiene un modulo specifico per i video 360/VR.
Qualora invece la sceneggiattura richiedesse ulteriori tipi di interazione, Unity è lo strumento giusto.

Come fruire dei video 360/VR?
Caricandoli su Youtube (o su altri canali più o meno social)…

…oppure utilizzando un occhiale VR, di cui ho già parlato in questo articolo.


L’inventario del Museo

Recentemente sono stato incaricato di progettare un nuovo sistema di racconto digitale di una collezione privata.
Il primo problema da risolvere?
Avere a disposizione oltre 10.000 oggetti e NON avere nessun catalogo.
Era necessario partire dal creare l’inventario del museo.

Una collezione ben archiviata è un bene per tutti: per chi la possiede, per chi la fruisce e per i posteri, ma anche per un qualsiasi software, che quei dati li può prendere, usare, divulgare; li può trasformare persino in un gioco… la gamification dell’edutainment, tanto per eccedere nelle terminologie e metterci un pò di wow effect.

La prima parola chiave della archiviazione digitale è ontologia.
Tralasciandone la definizione, queste sono le operazioni tipiche che sono possibili con un modello ontologico, che ne spiegano l’utilità:

  • Unire in un unico modello le informazioni provenienti da sorgenti, campi, discipline diverse
  • Eseguire il mapping tra i concetti
  • Costruire un modello ontologico estendendone uno esistente (qualora ne esista uno…

Un fulgido esempio di archiviazione ontologica ce lo dà il British Museum che, da sempre primo nella divulgazione e nel costruire pratiche di cultura aperta introduce così il suo database on-line:

The Museum’s collection online offers everyone unparalleled access to objects in the collection. This innovative database is one of the earliest and most extensive online museum search platforms in the world.

There are currently 2,335,338 records available, which represent more than 4,000,000 objects

Queste sono le istruzioni, chiare, semplice e complete: un compendio perfetto del cercare on-line.

E questa è una delle schede.

L’oggetto in questione Artificial Rock No. 82 me lo ha proposto la home page; la cosa rilevante è che cercando “Lake Tai”, due parole interne alla descrizione dell’oggetto, posso trovare tutto quello che, all’interno della collezione, ha a che fare con questo lago; questo perchè è utilizzato un sistema di ricerca semantica, che trova i dati all’interno di un database costituito da file xml.
Ogni cosa che il British Museum fa è lo stato dell’arte, un porto sicuro da cui partire.

Sono state molto utili altre due fonti:


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